A Schignano il Carnevale dei Belli e dei Brutti

A Schignano il Carnevale dei Belli e dei Brutti

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Singolare e fortemente legata alla tradizione, la manifestazione carnevalesca che si svolge ogni anno a Schignano (Como), in Val d’Intelvi, è animata da maschere che si distinguono in “belli” e “brutti”, metafore rispettivamente dell’umanità ricca, vanitosa e vuota e di quella povera, semplice, dedita quotidianamente al lavoro.

carnevale dei belli e dei brutti-Schignano

I “belli” o “mascarun” hanno una pancia molto rigonfia, segno evidente di benessere, e indossano abiti sgargianti, impreziositi da collane, pizzi e ogni genere di inutile chincaglieria. Alla cintola hanno appesi dei piccoli campanelli. Sopra la bella e preziosa maschera di legno (opera degli artigiani locali), portano un cappello sfarzoso, ricco di fiori, piume e qualche bambolina. La loro vestizione avviene in casa, aiutati dalle donne della famiglia.

I “brutti”, invece, hanno un corpo deformato (l’imbottitura è realizzata con paglia e foglie) e indossano laceri vestiti da lavoro, pelli di pecora e sacchi di iuta. Alla cintola hanno appesi grossi campanacci e sulle spalle portano una gerla ricolma di ogni genere di cose vecchie e sporche. Alcuni di loro hanno anche una scopa (per spazzar via la sfortuna), una valigia (simbolo dell’emigrazione di un tempo) e un fiasco di vino (per consolarsi). Sopra la loro maschera di legno, dal profilo iregolare, portano cappellacci e corna di bue. La loro vestizione avviene nelle stalle fuori dal paese, aiutandosi l’uno con l’altro.

Sabato e martedì precedenti alle Ceneri, si svolge il corteo carnevalesco vero e proprio: si gira per tutte le frazioni della valle, fermandosi spesso nelle osterie, dove i figuranti bevono e intrecciano balli con il pubblico in un’atmosfera di grande partecipazione.

Aperta dalla “fugheta” (la banda musicale) e da due alti “sapör” (gli “zappatori” che aprivano la strada agli eserciti napoleonici), dal corpo ricoperto di pelli di pecora, il volto fuligginoso, lunghi baffi e un ascia di legno in spalla, la sfilata dei “belli” e dei “brutti” si svolge per le vie del paese, fra improvvise sceneggiate ora dell’una ora dell’altra maschera, sotto il controllo della “sigurtà”.

Giunti sulla piazza, uno dei “brutti” viene scelto per essere messo al rogo. Il rituale vuole però che questi riesca a fuggire. Dopo la caccia per le vie del paese, viene nuovamente catturato e, sostituito con un fantoccio (detto “carlisepp”), dato alle fiamme. Muore così, ogni anno, il carnevale a Schignano.

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